Omelia funerali Ferri e Donini

Funerale di Mattia Donini e Mattia Ferri

Morti nell’incidente stradale di domenica 27 luglio 2008

Questi sono momenti che scuotono ogni famiglia. Ogni genitore guarda il proprio figlio o la propria figlia come un valore ancora superiore. Tanti si immedesimano nella tragedia che stiamo vivendo e si domandano: “se fosse successo a me?”.

Il dramma è: che è successo!

Vedo qui persone e giovani venuti da tutti i paesi vicini. Questa tragica esperienza è comune a tutti: a Morciola, a Rio Salso, a Padiglione, a Osteria Nuova, a Borgo S. Maria, a Montelabbate, a Montecchio..

Quanti giovani sono stati pianti e poi tutto continua prima, come se nulla fosse successo, come se la giovinezza fosse autorizzata a giustificare ogni cosa, ogni esagerazione. Come se a lei tutto fosse permesso, tutto dovuto, tutto lecito; senza rendersi conto che io ho dei doveri morali, affettivi, civici, sanitari; che la mia vita non è solo mia, ma anche dei miei genitori, dei miei amici, della società, della persona che amo..

Prima di tutto un saluto ed un abbraccio alle due Famiglie Ferri e Donini, che sono qui affettivamente distrutte davanti ai loro figli perduti per sempre. Per noi, questo 30 luglio 2008, rimarrà un ricordo che sbiadirà nel tempo, per loro sarà come un orologio rotto, le cui lancette sono bloccate su questa data e su questa ora.

Non abbiamo parole per voi. Solo lo Spirito di Dio potrà introdurvi pian piano al mistero della presenza. Avvertirete una grazia ed una mano che vi accompagnerà, ma soffrirete, più che nel parto.. Perché un figlio, ogni madre, lo genera sempre, ma questa generazione ora si è interrotta..

Ora i vostri Mattia generino voi, non secondo le leggi della carne o dei sentimenti, ma secondo quelli della fede, che oggi vi è ancora più necessaria!

Il dolore poi si aggiunge al dolore: proprio come ieri, otto anni fa, il padre di Mattia Donini Lorenzo, perdeva la vita in un incidente stradale. Il Signore lo abbia in pace.

Le tantissime persone che oggi si stringono attorno a voi, sono le espressioni di affetto e di condoglianze di Montecchio e dei paesi vicini. Noi pregheremo per voi, perché la vostra strada sia meno pesante. Per il resto c’è solo il silenzio.

Vedo tanti giovani. Vorrei dire a ciascuno di voi: che cos’è un funerale? Una semplice cerimonia di addio? Un rito per i ricordi, per gli affetti e dire grazie alla persona scomparsa? Un momento per piangere? Il funerale è un po’ di queste cose, ma non è tutto qui.

Il funerale è la celebrazione della vita!
Qui, oggi, non ci sarebbero tante persone se non avessero la convinzione che la vita è un dono enorme.

Le morti di Mattia Donini e Mattia Ferri hanno fatto esplodere questa verità. Purtroppo che uno cammini, respiri, rida o scherzi, per tutti è una cosa normalissima fino al giorno in cui non può farlo più. Allora, solo allora, ti accorgi che cos’è la vita, chi è un amico o uno qualsiasi che incrociava la tua strada.

Nel funerale diciamo anzitutto grazie per questa vita. Grazie per le emozioni che l’altro ci ha dato. Grazie anche se era diverso da me; perché, con la sua diversità, mi faceva conoscere altri aspetti dell’esistenza umana.

La vita però non è un bar o un campo da pallone: luoghi per lo svago o per lo sport!

La vita è un campo di battaglia!

Abbiamo ascoltato il brano dell’Apocalisse che parla dei quattro cavalli – BIANCO, ROSSO, NERO, VERDASTRO – non sono immagini da favola per i bambini, sono immagini forti e chiare.

Il cavallo bianco indica CRISTO
Il cavallo rosso indica le PERSECUZIONI, I MARTIRI, LE INGIUSTIZIE
Il cavallo nero la FAME, LA POVERTA’
Il cavallo verdastro la MORTE.

Dicono ai giovani che devono godere, quasi che non debbano pensare.
L’apocalisse – con un realismo impressionante – ci dice che la vita è una lotta, una grande lotta.

Quanti si vogliono approfittare della tua vita, quanti la vogliono comprare?

Quanti vogliono annullare in te ogni valore che ti hanno dato i tuoi genitori, che ti ha dato la scuola, che ti ha dato la Chiesa.

Tu dovrai combattere contro il cavallo rosso, nero, verdastro.
Dovrai combattere contro le ingiustizie, contro la povertà, contro la morte!

Tanti ragazzi sono troppo ripiegati su voi stessi, sulle vostre esigenze, sul “fanno tutti così”.

E’ giusto che tuo padre, tua madre stiano tutta la notte in pensiero per te? E’ giusto?
Serve a qualcosa? E’ veramente un godere? E’ giusto offenderli come persone non moderne, non aggiornate?

Il funerale è la celebrazione della vita.

E’ credere che la vita sia un valore!

E’ lottare perché sia un valore!

Celebro la vita se io questa sera – dopo questo funerale – riprendo a premere sull’acceleratore?
Celebro la vita se alla prima notte brava, per dimostrare di essere chissà chi, uso certo sostanze?
Se io ricorro all’alcool per semplice ostentazione, celebro la vita?

Non devi spremerti il cervello per comprendere tutto questo: domandati solo se sei felice?

Se hai la gioia dentro di te?

Il vangelo che abbiamo letto ha una dolcezza infinita. Gesù entra nella stanza della bambina morta la prende per mano e le dice: “Talità kum – Fanciulla io dico a te, alzati”!

Che Gesù si sia chinato su Mattia Donini e Mattia Ferri e abbia detto anche a loro: “Talità kum, alzati!” Che Maria Ss. Che invochiamo con la frase “adesso e nell’ora della nostra morte” nel momento dell’incidente, in quell’attimo del volo, sia accorsa verso di noi e vi abbia abbracciato per sempre!

Ma anche sulla nostra comunità, anche su voi Giovani Gesù dica: “Talità kum – Fanciulla io dico a te, alzati”!

Alzatevi Giovani, cambiate questa realtà che rende tutti uguali, che cancella i vostri sogni.

Combattete contro il cavallo rosso, nero e verdastro, anche se tanti si schierano dalla loro parte.

Seguite il CAVALLO BIANCO, solo lui può dirvi IO SONO LA VITA LA VERITA’, LA VITA!

Lo so che tanti non mi comprenderanno, perché secondo loro uso parole strane e ‘forse ammuffite’, ma so anche che in mezzo a voi ci sono altri che non vogliono restare inermi, a contare i caduti di questa battaglia.

Essi hanno nel cuore l’amore per i loro domani, per la loro ragazza o il loro ragazzo, per i loro figli, per i loro paese, per i loro amici.

Da soli non gliela farete, ma se vi mettete insieme, con la grazia di Dio, l’impossibile diventa possibile.

Celebrate la vita, sempre, allora gli amici Mattia non saranno morti invano.

Riposate in pace e con voi tutti i giovani che sono rimasti sulle nostre strade.

don Orlando

Montecchio 30 luglio 2008