Carissimo Luigi, dove eravamo rimasti appena due mesi fa, in quella data memorabile del tuo 50° di matrimonio? Era la giornata dell’Epifania. Abbiamo parlato dei re Magi. Essi – come due sposi – si sono messi in cammino, superando disagi, sacrifici, pericoli. I magi hanno raggiunto il loro scopo, gli sposi hanno guidato con la stessa determinazione la loro famiglia. Appena due mesi fa, non potevamo immaginare che il tuo 50° non era solamente una tappa significativa della tua vita, ma era il tuo traguardo. Tu, come i magi, sei arrivato davanti a Cristo.
In quell’occasione ti ho domandato se volevi parlare al mio posto: ti sei commosso! Oggi, non ci crederai, ma tu parli a tutto il paese. Non sai quante volte in queste ore il tuo ricordo e le tue parole sono rieccheggiate fra i tuoi amici, in tante case, nel cuore delle persone. Forse dicono anche troppo bene di te, ridici un po’, non prendere tutto sul serio!
Guarda quanta gente c’è, non capisco se è un funerale o una festa: forse un po’ l’uno e un po’ l’altra! E’ un dolore, ma è anche un grazie per dove sei arrivato come uomo e come cristiano, per l’amore ed il servizio che hai avuto per ciascuno di noi. Montecchio è orgoglioso di te e vede in te un esempio da seguire per quella libertà di cuore che avevi nel farti prossimo, sempre disponibile, orgogliosamente disponibile.
Mi ricordo una tua battuta del lontano 1990. Ricordavo ad amico: Tu come te la metti con Padre Eterno: bestemmi, non vai in chiesa, ecc. Quello mi rispose: Io con il Padre Eterno ho un rapporto bellissimo, sono amico! A quel punto intervenisti tu e gli rispondesti: Questa mattina sono andato all’INPS per la pensione. Lì conosco un uomo di cui sono molto amico. Quando però è stata l’ora di darmi la pensione egli ha tirato fuori la cartella: se tu non hai i versamenti non conta niente essere amico!
E’ una battuta si sa, ma estremamente efficace. Con quella battuta hai rivelato i tuoi principi su cui non hai mai vacillato: la vita deve essere offerta, bisogna fare il bene, senza quei versamenti non solo non si entra nella vita eterna, ma non ha senso nemmeno questa nostra vita. Sei stato coerente con queste verità, sempre più coerente!
E ciò che abbiamo letto nella Parabola dei talenti. Gesù ci dice che i talenti, i doni che abbiamo ricevuto vanno trafficati. Il dono non è per essere esibito, per dire al fratello: io sono più di te, per dirgli tu non sei nessuno, per umiliarlo. Quante cose hai fatto per il Paese!
Tu hai frequentato una scuola di campagna, a Sant’Andrea in Villis, ma hai compreso più di tanti altri che sono pieni di titoli. Sai benissimo come i giovani ti amavano ed avere l’amore dei giovani è una grande verifica della tua grandezza. Hai duplicato i talenti che il Signore ti ha dato ti ha dato e li hai messi a disposizione degli altri.
Il dono agli altri non limitava quello per la tua famiglia. Avevi per essa un grande amore e ne avevi un grande concetto. Eri molto esigente con loro. Alla tua sposa che ti diceva che se un figlio per una volta non fosse venuto, poco importava tu gli dicevi: è importante che un figlio venga dai genitori, perché quando viene scalda la casa!
Carissimo Luigi, ho pensato molto a te in questi giorni in questo ultimo periodo. Ti vedevo allontanarti sempre più con gli occhi fissi nel mistero. Sentivo ma non capivo! Poi è giunto quel 6 di marzo: giorno della tua morte ed anche del compleanno della parrocchia. Oggi 8 marzo giorno dei tuoi funerali coincide con il primo anniversario della morte forse del tuo più caro amico: P. Valerio. Ricordi quando tutti e due vi appartavate e gli raccontavi le ultime barzellette: quanto ridevate mentre i vostri occhi brillavano di amicizia. Mi piace immaginare che lui ti sia venuto incontro con quel suo sorriso da angelo e tu ti sia sentito meno spaesato perché chi trova un amico trova un tesoro. Proprio un fa, soffrivi per lui, oggi sei con lui, lo stesso giorno!
Coincidenze insignificanti, semplici coincidenze o indizi di un progetto più vasto?
Abbiamo letto nella prima lettura un passo significativo della Bibbia: la lotta fra Dio e Giacobbe. (Raccontare un po’ il fatto)
Che notte quella di Giacobbe! Che sofferenza!
Anche per te il giorno prima della tua morte mercoledì 5 marzo, è stato un giorno terribile per te! Hai visto in faccia la morte! Hai avuto paura perché sei un uomo! Hai pianto per tutto il giorno, un pianto inconsolabile, dirotto! Hai pianto pensando ai tuoi cari, al tuo paese, ai tuoi amici, hai pianto per tutti noi! Quanto ti dispiaceva non poterti più essere utile, dover lasciare tutto e tutti.
E’ stato quel giorno come l’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi. Poi ti ha raggiunto la grazia. Dopo tanto soffrire hai detto: siamo nelle mani di Dio. Sia fatta o Signore la tua volontà!
Ecco perché parlo di un progetto: il Signore ci prende per mano realizza pienamente il progetto che ha su di noi. Bisogna farsi prendere per mano.
Tu hai avuto tante esperienze; sei stato contadino, muratore, operaio; hai fatto una fuga rocambolesca per salvarti dai tedeschi al tempo della guerra; tu che amavi il teatro, le recite, il carnevale mi hai detto diverse volte: E perché ormai sono grande, altrimenti mi sarebbe piaciuto fare il prete. ‘hai detto anche ad un prete che poi lasciò l’abito e questi entrò in una crisi più nera. Tu eri capace di sognare, lasci a questa comunità questa comunità questo sogno, lasciali a tanti giovani che pensano che la vita la si guidi da soli! Non è vero!
Carissimo Luigi, tu eri una persona libera! Libera dai vari condizionamenti o da quello che dicono gli altri. E’ la tua libertà che ti ha fatto un uomo vero!
Un amico fedele è una protezione potente,
chi lo trova, trova un tesoro.
Per un amico fedele, non c’è prezzo,
non c’è peso per il suo valore.
Carissimo Luigi, per oltre 18 anni hai servito questa comunità come custode del campo sportivo, come campanaro e come sacrestano. Quanti dialoghi, quante confidenze, quanti viaggi, quanto bisogno avevamo di sentirci, di incontrarci, di sostenerci insieme: eri per me, e per noi, un amico carissimo. Eri apparentemente semplice, ma interiormente profondo!
La tua grande sensibilità ti faceva intuire ogni cosa. Percepivi con facilità estrema la psicologia delle persone, per questo eri amato da tutti.
Ciao Luigi, grazie! Sei partito tu, è partito Ettore, la Mamma, Federica, P. Valerio. Noi resteremo qui finché il Signore non dirà ‘vieni’. Se puoi, lasciaci un posto vicino a te e sarà festa grande!
Don Orlando
Montecchio 8 marzo 2008