Testi Campeggio “Sentinelle del Mattino” 2009

 

Campeggio per ragazzi delle superiori

 

 Una lettera per te

                 Giovani carissimi, uso questa espressione per l’affetto e la riconoscenza che mi lega a tutti voi, ma soprattutto perché attraverso i vostri sguardi, il vostro entusiasmo, la vostra generosità e disponibilità intravedo altre pagine di storia che saranno scritte di vostro pugno per questa comunità. Pagine in cui i virus infettati da un vivere ‘solo per se stessi’, risulteranno perdenti per gli antivirus che si stanno fortificando in voi.

            Carissimo anche a chi non è potuto venire e a chi percorre altre strade: sappiamo infatti che tutte, degli uni e degli altri, si incontreranno e arricchiranno le vicendevoli esperienze.

            Per questo dico carissimi a tutti, proprio a tutti. Non sarà una compagnia a separarci o una diversa sensibilità o una svista ad un incrocio della nostra esistenza. Sono troppe le cose che ci uniscono. Siamo uniti dalla stessa età, dalle mille esperienze vissute, siamo uniti dallo stesso battesimo, dall’essere uomini.. Siamo uniti dalla stessa responsabilità di fronte al nostro paese e al nostro futuro. Questo campeggio lo faremo a nome di tutti e per tutti.

                E’ da tempo        che penso a questo momento, l’ho desiderato tanto, ma onestamente debbo dirvi che non so dove ci porterà!

            Vedo in voi come una fioritura di primavera, come un panorama con mille degradazioni. Vi vedo amalgamati da qualcosa di misterioso, che mi fa pensare ad una grazia. Vi guardo intensamente, ma scrutando il vostro orizzonte dopo una certa distanza debbo fermarmi a causa della ‘foschia’.

            Ciò che mi dà tanta speranza è il fuoco che si sta accendendo in voi. Un fuoco che parte dalle vostre esigenze, si inoltra nel vostro cuore, arde nelle vostre vene e vi spinge a dire: “ho voglia di fare, ho voglia di vivere… Un fuoco simile ad una aurora che vince le tenebre.

            Ricordati è facile fare dei flash o dei fuochi d’artificio, ma per tenere alta la fiamma molte cose dovranno essere bruciate. Si è soliti dire “attenti al fuoco”, io ti direi “attenti alla tenebre”!

            Il fuoco per vivere ha bisogno di essere alimentato, le tenebre no! Esse vivono per se stesse, senza bisogno di nulla. “Perché bruciare qualcosa? Perché cambiare qualcosa? Perché darsi da fare? Nessuno cambierà mai niente!” potrebbero dirti esse.

            Queste espressioni dette a chi ha il fuoco nelle vene, danno fastidio, specie se è poco motivato e rischia di rimettersi a dormire. Allora?

            Un Amico ha detto: “Io sono venuto ad accendere un fuoco sulla terra; e che mi resta da desiderare, se già è acceso?(Lc 12,49), ha detto anche:  “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12).

                Quell’Amico forse era pazzo, ma non credo matto. Aveva nel cuore una gran passione per le verità sull’uomo, ha lottato contro ogni falsità. Si è ribellato alle tenebre. Esse l’hanno colpito, massacrato, dimostrando le loro ‘verità’ e la loro malvagità. Hanno sì distrutto il suo corpo, ma fortificato il suo spirito. Lo volevano annullare dalla memoria e invece è ancora là, punto di riferimento per ogni uomo: alfa e omega!

            C’è chi lo prega e chi lo deride, ma l’Amico è là! Solo Lui ha il potere di offrire, a chi lo desidera, la forza e il fuoco della vita.

            Per questo campeggio ho scelto il titolo “Sentinelle del mattino”, perché l’ho scelto non lo so. Mi è venuto così, mi piaceva, non c’è un perché. Sono solito pregare molto per voi quando preparo il libretto. La preghiera si è fermata lì, su questa frase di Isaia.

            Sentinelle del mattino, mi porta oltre i vostri giovani anni. Vi penso già grandi, padri e madri di famiglia, persone con delle responsabilità nel lavoro, nel paese, nella comunità. Le Sentinelle hanno qualcosa da dire: la storia si scrive con l’emozioni e l’ispirazioni sorte in qualcuno.

            La sentinella riceve un segnale e lo trasmette. Il campeggio è questo individuare i segnali e comunicarli. San Francesco è venuto fin qui, nel fitto di questa foresta, nel silenzio di questo luogo per percepire i messaggi.

            Anche tu oggi sei qui. Condividi un po’ della sua esperienza e scoprirai donde gli venne tanta forza e tanta grazia nel mattino della sua storia.

            Possa scendere da questo monte illuminato da una forte esperienza umana ed interiore che, spazzando via ogni foschia, ti faccia intravedere la strada da tutti cercata. 

                                                                                                                                 don Orlando

 

 

 

Mercoledì 29 luglio 2009

 

Tu: ‘parola’ nuova nella storia

 

“e fu sera e fu mattina..”

“E fu sera e fu mattina”, questa frase ripetuta sei volte nel racconto della Creazione, non è solo per ritmare i giorni della settimana, ma anche per scandire il succedersi delle varie  generazioni..

In questo 2009: voi siete il nuovo mattino, la nuova alba, la nuova speranza.

Questa verità, il libro della Genesi la sigilla con l’affermazione: “E Dio che era cosa buona.. Che era cosa molto buona..!”.

Ognuno è una Parola nuova pronunciata da Dio su questa storia ed in virtù di quella Parola è venuto al mondo per una sua missione.

E per quel “disse”, per quell’IDEA, per quella PAROLA detta per te e solo per te, che tu sei venuto al mondo.

Diversamente la vita che senso avrebbe?

Osservate le foglie, anch’esse hanno un loro ruolo. La maggior parte di quelle che vedete durano appena una stagione, quelle dei prati ancora meno, ma tutte queste foglie insieme oggi mandano avanti il mondo, poi verranno altre a ringiovanire la natura, a garantire la sopravvivenza universale.

 

“Era cosa molto buona..!”:

“E Dio vide che era cosa molto buona..!”: ciò che è stato detto per Adamo ed Eva, è detto anche per ognuno di noi.

Dentro quella frase è sottolineato il grande e stupendo valore della vita: “era cosa molto buona!”.

 

Un valore che fa esultare Dio stesso. Ti ho detto altre volte che quel BUONO racchiude anche il termine BELLO e BENE. E’ importante che queste cose si sappiano..

 

Se Dio esulta davanti alla tua vita, tu non puoi rimanere passivo o considerare tutto dovuto..

Questa verità non è però così evidente, è come ‘nascosta’ dentro di te..

Anzi, alle volte, si può aver l’impressione di valere poco, che il nostro ruolo sia insignificante.

Altre volte la vita sembra così difficile, che ‘buona’ non sembra davvero..

 

Dio ci ha pensato come un’infinita caccia al tesoro, come una serie di panorami dove dietro un orizzonte c’è ne un altro ed altri ancora. Ti ha pensato come una ROSA composta da un’infinità di petali: se ti fermi al primo, non arriverai mai al cuore.

Dietro ad ogni petalo ce n’è un altro, poi un altro: ognuno con il suo colore, il suo profumo, la sua delicatezza..

 

Ogni volta, dopo ogni esperienza, ogni conquista, ogni fatica anche tu potrai dire, come la Genesi: “era cosa molto buona..!”. Sembra strano, ma anche nelle difficoltà c’è una Grazia. San Paolo sintetizza questa esperienza dicendo: “Quando sono debole, è allora che sono forte!”.

 

Nello ‘zaino’ i tuoi amici

Nel venire a questo campeggio, è importante che non sia venuto ‘solo’ per te, e magari per stare unicamente con i tuoi amici o il tuo gruppo. E’ importante che tu sia venuto portando con te tutti i giovani che conosci.

Le loro capacità, le loro energie, le loro domande, i loro punti interrogativi, la loro fede e i loro dubbi, il loro amore e la loro fragilità devono essere la tua forza, il tuo ruolo.

Tu non sei qui solo per te, ma anche per tutti loro. Se tu trovi una strada, ma fosse anche un piccolo sentiero, lo indicherai anche a loro, quel sentiero diventerà anche loro.

 

Abbi sempre coscienza che dalla nostra vita dipende quella di qualcun altro. Non sei una semplice foglia inerte o persino parassita! Anche se ti agitassi soltanto, diresti già a tutti che il vento c’è. Saresti già la SENTINELLA che avverte altre realtà oltre la propria e intravede il desiderio di altre esperienze. E’ per questo che siamo venuti qui alla Verna.

 

La forza dall’essere giovani

Non sempre il giovane ha coscienza di essere una forza. Può vedere la giovinezza come un limite, “sono giovane” quasi fosse un handicap. Un limite ai suoi sogni, alle sue esigenze, a ciò che nel suo intimo sente vero, ma lo percepisce troppo grande, troppo impossibile: lo percepisce come un’utopia!

 

E’ l’eterna tentazione della gioventù che pensi di evitare (driblare) dicendo: lo farò quando sarò grande, intanto penso a godermi la vita..

 

La Bibbia Geremia (1,4-7) ci racconta una storia simile alla tua:

Mi fu rivolta la parola del Signore: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,

prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni”.
 Risposi: “Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane“.
Ma il Signore mi disse: “Non dire: Sono giovane, ma và da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò.

 

Geremia vede la sua giovinezza come un limite, Dio invece gli dice che l’essere giovani è una forza!

Egli assicura il profeta: “Non dire: sono giovane”

Nella Bibbia è, del resto, tutto un rincorrere di GIOVANI, è una continua chiamata di giovani, da Giacobbe, a Mosè, su su fino agli apostoli, fino a Stefano. L’amico più intimo di Gesù è il più giovane: Giovanni.

 

Da dove gli venga questa forza, non saprei spiegartelo in modo convincente. Il giovane però quando si apre alla vita è solare, è spontaneo, è generoso, è entusiasta, ama l’amore, sa cercare nuove emozioni,…  Ho detto che non saprei convincerti, ma se guardi anche in parrocchia, quante cose belle sanno fare i giovani, cioè sapete fare voi, cominci a capirmi perché il Signore giochi tanto sui giovani.

 

La paura dell’essere scelto

Un giovane è forte, ma spesso non ne è consapevole. Se uno gli indica una mèta diversa dal quotidiano, gli prende un senso di timore, di smarrimento, di debolezza interiore.

 

E’ un fatto ‘normale’. Il timore l’ha provato Mosè, Saul e Davide, Isaia, Pietro e perfino Maria, solo per indicarne qualcuno.

Se hanno avuto timore, paura loro, non ti meravigliare che l’abbia anche tu?

 

Mosè: [1] Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. [2] L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. …Il Signore disse: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze… [10] Ora và! Io ti mando dal faraone. Fà uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!”. [4,1] Mosè rispose: “Ecco, non mi crederanno, non ascolteranno la mia voce, ma diranno: Non ti è apparso il Signore!”. [13] Mosè disse: “Perdonami, Signore mio, manda chi vuoi mandare!”.

 

Saul e Davide: 1 Sam.32] Davide disse a Saul: “Nessuno si perda d’animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo”. [33] Saul rispose a Davide: “Tu non puoi andare contro questo Filisteo a batterti con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d’armi fin dalla sua giovinezza”.

Isaia: Is. 6[4] Dissi: “Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti”.

 

Pietro: Luca 5 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”.
[5] Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. [6] E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. [7] Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.
[8] Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”.

 

Alla ricerca del roveto ardente..

In questo campeggio mettiti in cammino, cerca nella notte il roveto ardente, non aver paura del buio. Non ti arrendere se non lo troverai dopo aver percorso alcuni passi o alla prima sosta..

L’amore forte e fortificante ha un suo prezzo.

Se vuoi essere ‘fuoco vivo’, non ti accontentare del fuoco di paglia. Questo arde subito e non farà in tempo a scaldare il tuo cuore. Si esaurirà prima che tu possa percepirne l’energia vitale e sarà ancora più freddo per l’illusione subita.

 

Il roveto di cui parla Mosè, esige un cammino impegnativo, una costante ricerca. Ti si rivelerà nel momento più impensato, quando NON ti sembra DOVUTO, quando la tua sensibilità si sintonizzerà con quella del Signore.

 

“Mi ami tu?”

Gesù ha scelto solo GIOVANI. Quanto voleva loro bene! Quanto si fidava di loro, anche se gli combinavano pasticci, anche se litigavano!

Lui li ha scelti, perché lui solo sa ciò che è scritto nel cuore dell’uomo.

 

Il brano di vangelo che sto per proporti è così limpido che non ha bisogno di particolari spiegazioni. Esso ci dice che nella fede bisogna lasciarsi trasportare, così è successo a Pietro dopo aver detto per ben tre volte a Gesù che gli voleva bene.

 

Gv 21 [15] Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”.
[16] Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”.
[17] Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle.
[18] In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”.
[19] Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”.

 

Gesù è una persona, non un’idea: “io sono sempre con voi”. Egli chiede a Pietro e a ciascun cristiano un amore personale, un dialogo personale.

La preghiera non è un rito più o meno insignificante.

La preghiera è ispirazione, è estasi!

Qui tutte le realtà assumono altre dimensioni: la dimensioni dell’amore!

Chiedi a Lui, che l’esperienza di Pietro sia un poco anche la tua!

 

 

 

 

 

Giovedì 30 luglio 2009

Sentinelle del mattino

 

Il ruolo della sentinella

Questa espressione “sentinelle del mattino” mi piace tantissimo perché allarga gli orizzonti del mondo giovanile.

E’ di Isaia (cap. 21) ed è stato ripreso da Giovanni Paolo II durante la Giornata della Gioventù a Roma nel 2000. Lo troviamo anche in Ezechiele e in Zaccaria.

 

Isaia 21, [6] Poiché così mi ha detto il Signore: “Và, metti una sentinella che annunzi quanto vede….
[8] La vedetta ha gridato: “Al posto di osservazione, Signore, io sto sempre, tutto il giorno, e nel mio osservatorio sto in piedi, tutta la notte.

[11] Oracolo sull’Idumea. Mi gridano da Seir: “Sentinella, quanto resta della notte?

Sentinella, quanto resta della notte?”.
[12] La sentinella risponde: “Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate,
convertitevi, venite!”.

 

Ezechiele 33, 7 O figlio dell’uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia. [8] Se io dico all’empio: Empio tu morirai, e tu non parli per distoglier l’empio dalla sua condotta, egli, l’empio, morirà per la sua iniquità; ma della sua morte chiederò conto a te.
[9] Ma se tu avrai ammonito l’empio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità. Tu invece sarai salvo.

 

Zaccaria 9, [8] Mi porrò come sentinella per la mia casa contro chi va e chi viene, non vi passerà più l’oppressore, perché ora io stesso sorveglio con i miei occhi.

 

Spesso i giovani sono visti come coloro che devono UBBIDIRE, che devono ASCOLTARE i più grandi perché altrimenti il mondo andrà male. Non è certamente una motivazione sufficiente: il grande Papa Giovanni XXIII li chiamava “profeti di sventura”!

 

Che i figli debbano rispetto e onore ai genitori lo dice il 4° comandamento, ma che i giovani abbiamo altre esigenze, altri punti di vista, altri tempi da vivere è nella natura delle cose..

 

Trovare una strada

Se Dio ha creato un altro giorno, un’altra generazione o un’altra epoca, deve aver creato persone che sanno comprendere e vivere per quell’epoca e per quella generazione.

Se c’è un tempo per ogni cosa, come dice Qoelet, c’è una grazia, un’ispirazione per ogni realtà.

Tu sei chiamato a portare quella Grazia, quella ispirazione.

Sei chiamato a verificarla, a collaudarla con la tua testimonianza.

 

E’ importante che alla famiglia, oggi così fragile, così insicura, sia trovata una strada..

E’ importante che sia trovata una strada agli adolescenti e ai giovani che cadono nelle rete delle droghe, del guadagno facile, di una coscienza senza punti di riferimento; una strada che faccia l’esperienza della carità.. Tu potresti essere la sentinella che l’intravede..

E’ importante che si dia la propria collaborazione verso tutto ciò che fa crescere civilmente e socialmente un paese.

 

Ecco perché è stupenda l’immagine di SENTINELLE DEL MATTINO..

Se l’anziano ‘vede’ in base alla sua esperienza, il giovane ‘vede’ in base alle sue sensibilità premonitrici di un tempo futuro.

E’ dovere e compito del giovane individuare le caratteristiche dell’uomo e del tempo che sta per arrivare.

La SENTINELLA ha il dono dell’intuito: da questo gli nasce la certezza perché ciò che ha percepito genera in lei PACE e GIOIA.

Sente nel suo intimo una forza, una grazia, un’energia per cui per quelle intuizioni è disposto ad amare, a soffrire, a lottare, ecc. è la prova che un nuovo mattino sorge nelle relazioni umane, nuovi valori stanno sbocciando, ma anche altre difficoltà da cui premunirsi.

 

Voi siete la luce del mondo..

Probabilmente questo argomento rimane astratto e lontano dai tuoi pensieri e dai tuoi interessi..

Dici tante volte: “Io non farei diversamente dai miei genitori, dagli insegnanti, ecc.”, ma oltre il lamentarti forse c’è ancora molto da costruire, molto in cui credere seriamente..

 

Ogni pianta inizia a crescere da sottoterra.

All’inizio non si vede, ma c’è, poi inizierà a spuntare..

Così sei tu, così il ruolo tuo nella famiglia, nella comunità, nel lavoro, nel costruire con il tuo impegno e con le tue idee.

 

Altri progetti, come in embrione, sono scritti in te. Li senti palpitare in te, quasi fosse un bambino, altre realtà, una ‘cosa’ nuova nasce in te..

 

A questa ‘cosa’ devi darle un nome: si può chiamare famiglia, lavoro, arte, sociale, cultura, sport  ..cose che si fanno, ma che hanno sempre bisogno di verifica, di una motivazione più profonda e meno scontata..

 

Gesù ci ricorda l’essere sentinella, c’è lo ricorda nel modo più alto e inimmaginabile.

Ci dice il ruolo ed il compito che abbiamo nel mondo:

 

Mt 5 [13] Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. [14] Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, [15] né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.

[16] Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

 

E già impegnativo essere sentinella  (punti 1-2-3-4)

Gesù non ci domanda se vediamo la luce, ma di essere la luce; non ci chiede di mettere del sale, ma di essere il sale..

 

Ci dice di essere luce e sale non per sé, ma per il mondo.. per l’intera comunità..

 

Gesù potrebbe essere accusato di essere idealista, lontano dalla realtà.. Posso comprendere che questi siano stati i suoi sogni, ma dirlo ad un giovane di 15-18 anni e poco più, mi sembra esagerato..

 

Il mondo di cui parla Gesù non è tanto quello cosmico, cioè dei vari continenti, ma quello esistenziale. Gesù ci dice il dovere di essere sale e luce, non è riservato ad alcune persone della parrocchia o dei conventi, ma è un diritto ed un’intima esigenza per ogni uomo, per ogni ragazzo, per ogni situazione umana.

Ha valore per il bambino del catechismo, per il giovane e per l’anziano.

Se una cosa è vera, è vera in qualsiasi situazione: è vera nella discoteca, nella fabbrica, all’interno dell’amore, nella politica, nella giustizia sociale, nella moralità.

 

Sperimenterai che è difficile, che il sale e la luce è sempre una ‘cosa’ minima rispetto alla massa da salare o all’ambiente da illuminare.

 

Avere in mano una piccola luce non è entusiasmante. Non ti scoraggiare!

 

Se hai intravisto la luce, aspetta; prima o poi se ne accenderà una, poi un’altra, poi un’altra ancora. Come lo sbocciare di un cespuglio, come la luce che spunta dall’alba e invade le valli..

 

Sentinella carissima, se hai visto la luce, continua a dirci che c’è quella luce, anche se alcuni ti diranno che sei illuso.

Se tu ritratti la tua parola, il buio sarà proprio fitto…

 

 

 

 

 

Venerdì 31 luglio 2009

Sentinella e profezia

 

“E’ la moda”

Viviamo in una realtà in cui tutto è globalizzato.

Tu puoi girare il mondo e vedi ovunque quel tipo di pantaloni, di maglietta, lo stesso modo di vestirsi, la stessa musica, lo stesso taglio dei capelli..

Perché ti vesti così, perché scegli quel colore, ecc.?

 “E’ la moda!”, mi potrebbe rispondere qualsiasi persona.

 

Con questa affermazione si giustifica un po’ tutto..

Finché ci si riferisce ad un vestito, al cibo, alla musica, alle abitudini delle persone la ‘moda’ fa parte delle sensibilità che si evolvono e cambiano insieme ai nostri pensieri e ai nostri gusti e ciò è normale ed è bello (o almeno dovrebbe essere bello).

 

Ma se la moda non determina appena il vestito e quant’altro, ma i comportamenti morali, la donna vista come oggetto, la povertà la fame e l’ingiustizia come realtà normali, l’uso sfacciato della ricchezza, del lusso, stipendi che gridano vendetta rispetto a quelli degli operai.. ecc. l’uomo e il cristiano non potrà percorrere quella strada, la sua coscienza glielo vieta.

 

La moda ha come scopo principale l’estetica, l’arte di dare espressività all’uomo, alla donna, ai gesti, alle cose, alle abitudini umane: in questo la moda ha tanti meriti.

 

Ma se la moda ha come scopo principale il guadagno, l’interesse, tutto diventa lecito, tutto permesso: la velina di turno, l’esibizione del corpo, ecc. conta solo l’immagine ben curata e spesso eccessivamente spinta..

 

Osserva come la TV ci offre in gran parte trasmissioni emotive, fatue che impoveriscono il cuore.. E’ sempre più frequente sentire frasi del genere: alla televisione non c’è niente da vedere, nonostante i suoi 7,8,15 programmi..

 

Essere profeti del futuro

I valori e i principi espressi nel Vangelo facilmente ridicolizzati, quasi fossero reperti archeologici..

 

In questa realtà che è di sempre, la Sentinella ha il dovere ed il compito della Profezia. Essa deve indicare le strade che indicano un futuro e quelle che ti imbottigliano nella paralisi del traffico, nella paralisi derivante da mille comportamenti che invece di darci libertà, ci schiavizzano; invece di emanare serenità, forza e pace, ci creano confondono la coscienza ed il cuore.

 

Essere sentinella può sembrare un impegno difficile ed astratto: sii sentinella iniziando da te!

Sii sentinella nello studio, nel costruire la famiglia, sii la sentinella del possibile!

Molti ti diranno che ciò che pensi, ciò che senti vero è impossibile, che “tutti fan così”. Ricorda ciò che scrive la Bibbia: “Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. [12]Non è nel cielo, perché tu dica: Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? [13]Non è di là dal mare, perché tu dica: Chi attraverserà per noi il mare per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? [14]Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica” (Deutoronomio 30,11-14)

La sentinella del mattino, non ha bisogno di guardare chissà dove. Guardi ciò che è scritto dentro di lei e trova la PACE e VIVE L’AMORE.

 

Per concludere ti riporto due brani, spero che almeno in qualche espressione ti possano servire.

 

Santa Maria Goretti

 

Il 6 luglio era la festa di santa Maria Goretti: una ragazza marchigiana di 12 anni uccisa nel 1902 per aver salvaguardato la sua verginità. Ecco una riflessione di un vescovo:

 

Il disprezzo del pudore non è libertà

Non è un segno di reale progresso sociale e culturale il fatto che “oggi si sia arrivati ad agire e a parlare con sfrontatezza senza limiti di cose di cui si dovrebbe veramente arrossire e vergognare”. Lo afferma il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata, nell’omelia della messa celebrata a Latina in occasione della memoria liturgica di Santa Maria Goretti, la ragazza che nell’Agro pontino preferì affrontare la morte pur di preservare la sua purezza.

“Non è in gioco – spiega Crociata – un moralismo d’altri tempi, superato; è in pericolo il bene stesso dell’uomo”. “La festa di santa Maria Goretti – rileva il presule – fa affiorare alle nostre labbra parole desuete, come purezza, castità, verginità, che facciamo fatica a pronunciare, che ci fanno forse arrossire. Ed è questo il paradosso: si arrossisce per ‘tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, per dirla con san Paolo”.

 Secondo il segretario della Cei, “l’esempio di santa Maria Goretti ci riporta ad alcune verità umane e cristiane fondamentali: la dignità e l’identità della persona, la grandezza del corpo, la bontà della sessualità, la natura della libertà”. E tutto questo, spiega, “non ci spinge alcun disprezzo del corpo, alcuna tabù circa la sessualità, alcun timore della libertà; ci sollecita la pena che suscita lo spettacolo quotidiano di degrado morale che si consuma in tante immagini proiettate dai mezzi di comunicazione e nelle cronache di vite senza fine devastate”. “Abbiamo bisogno – esorta mons. Crociata – di riscoprire che il corpo non è un oggetto di cui usare dissennatamente, che anche il corpo è persona; e la sessualità ne è la dimensione più profonda e intima, che orienta e dirige all’amicizia, all’amore e alla comunione. Abbiamo bisogno di riscoprire che siamo fatti per amare nel rispetto di noi stessi e degli altri, secondo l’ordine scritto nella nostra natura prima che nelle pagine della Bibbia. A questa capacità di amare autenticamente, cioè nella logica del dono e non del consumo egoistico e dello sfruttamento, abbiamo bisogno di educarci e lasciarci continuamente rieducare”.

È sotto gli occhi di tutti, sottolinea Crociata, il fatto che “la libertà intesa come sfrenatezza e sregolatezza non porta affatto all’autentica espressione di sé e alla gioia dell’amore, ma all’uso dell’altro, alla sua sottomissione e all’annullamento come persona”.

“Assistiamo – lamenta il segretario della Cei – ad un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile che invera la parola lussuria, con cui fin dall’antichità si è voluto stigmatizzare la fatua esibizione di una eleganza che in realtà mette in mostra uno sfarzo narcisista; salvo poi, alla prima occasione, servirsi del richiamo alla moralità, prima tanto dileggiata a parole e con i fatti, per altri scopi, di tipo politico, economico o di altro genere”.

 

Parte del discorso tenuto ai giovani da Giovanni Paolo II

Roma Giubileo del 2000

 

5. Cari giovani, è difficile credere in un mondo così? Nel Duemila è difficile credere? Sì! E’ difficile. Non è il caso di nasconderlo. E’ difficile, ma con l’aiuto della grazia è possibile, come Gesù spiegò a Pietro: “Né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli” (Mt 16,17)….

In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna.

Carissimi giovani, in questi nobili compiti non siete soli. Con voi ci sono le vostre famiglie, ci sono le vostre comunità, ci sono i vostri sacerdoti ed educatori, ci sono tanti di voi che nel nascondimento non si stancano di amare Cristo e di credere in Lui. Nella lotta contro il peccato non siete soli: tanti come voi lottano e con la grazia del Signore vincono!

6. Cari amici, vedo in voi le “sentinelle del mattino” (cfr Is 21,11-12) in quest’alba del terzo millennio….

Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti.

Cari giovani del secolo che inizia, dicendo «sì» a Cristo, voi dite «sì» ad ogni vostro più nobile ideale. Io prego perché Egli regni nei vostri cuori e nell’umanità del nuovo secolo e millennio. Non abbiate paura di affidarvi a Lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione.                                           Giovanni Paolo II