Omelia per Tiziana Tombi – 27 settembre 2012

 

Omelia per Tombi Tiziana

 Tiziana Carissima, siamo qui a salutarti. A pregare per te e con te.

Prima però mi piacerebbe farti qualche domanda, non per una curiosità occasionale e persino patetica, ma perché quelle stesse domande me le faccio io, ce le facciamo ciascuno di noi.

 Alla fine del luglio 2011 – quando già incombeva sul paese il dramma di Lorena – venisti a sapere della tua malattia e tu – consapevole – ne parlavi con tutti con estrema semplicità!

A molti verrebbe la disperazione, a te no! Perché?

Perché il tuo sorriso divenne quasi più smagliante il tuo volto più sereno? Che cos’è la vita? Che succede in noi?

Io non lo so, ma ho capito che le persone toccate dalla croce acquistano una marcia in più, hanno un’altra dimensione della vita, anche se il dolore rimane dolore ed il  pianto rimane sempre tale.

 Mi sono accorto che il tuo rapporto con Luca e con la tua famiglia era diventato eccezionale, intimo, profondo. Certamente c’è sempre stato, ma in quest’anno di sofferenza si è come purificato, spiritualizzato, tanto che lo indicherei come modello a tante coppie che vivono il loro rapporto basandolo troppo sulla materialità.

Perché è successo questo? Forse neanche tu lo sai!

Però è successo e questo è sufficiente per farci tante domande, è sufficiente per riflettere.

A tanti potrebbe essere utile per orientare diversamente il loro stile di vita!

 Nei lunghi giorni e nelle lunghe notti, distesa nel tuo letto, quante volte ti sei rivolta al Signore? Lo stesso avranno fatto la tua famiglia, la tua carissima mamma!

A che cosa sono servite quelle vostre preghiere? Forse te lo sei domandato pure tu!

Dice Gesù a Pietro:”Quando eri più giovane di vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. (Gv. 21,18-19)

Questo scrive il Vangelo nel dialogo in cui Gesù preannuncia Pietro che morirà in croce!

Nella preghiera noi tutti spesso chiediamo l’immediato, Dio invece – come un padre – guarda più lontano, ma non può non guardare che il nostro bene. Quel bene non è diverso da quello che Dio Padre ha voluto per suo Figlio Gesù.

 Vedi, si può vivere 100 anni e non aver vissuto quell’intensità di esperienze, di relazioni e di vita che altri – bambini compresi – raggiungono in pochissimo tempo.

Non è detto che 100 anni, siano più di 10 o più di 45!

 Il tuo letto – pur rimanendo una croce – è diventato una cattedra. Un luogo da dove hai insegnato ai figli parole e affetti unici nell’espressività e nell’amore!

Ricorda Tiziana che siamo nati nelle mani di Dio “ Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo” scrive la Genesi (2,7) e nelle mani di Dio lo saremo anche quando questo corpo avrà esaurito il suo compito.

Questo è il tuo tempo, il tuo giorno, la tua ora:

“ C’è un tempo per nascere e un tempo per morire

 un tempo per piangere e un tempo per ridere

un tempo per fare il lutto è un tempo per danzare

un tempo per amare e un tempo per odiare

 un tempo per la guerra e un tempo per la pace” (Qoélet 3)

Ora è giunto per te il tempo pasquale di Gesù “Io sarò sempre con voi”.

Anche tu sarà sempre con noi, con il tuo sposo, quei tuoi figli, con la tua mamma, con quanti hai amato, perché l’amore è la grande dimensione spirituale dell’uomo.

“Ora dunque- scrive San Paolo – rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!” (1 Cor. 13, 13)

Don Orlando

Montecchio 27 settembre 2012