Testi campeggio I-II media: Pietre Vive – 2012

Una lettera per te

            Ragazzi carissimi, vi vedo sempre briosi, allegri, esuberanti. Pieni di sogni, di affetti, di vita. Sapete tutto della tecnologia, del motorino, del trucco. Conoscete uno ad uno i vostri calciatori, attori e attrici, conoscete ballerine, cantanti e quanti incrociano la vostra esperienza nel pallavolo, pallacanestro, pallanuoto, fino agli sport venuti dall’oriente, India e Cina compresi.

In tutto ciò mettete una passione ed un impegno sbalorditivo, dimostrando maturità e consapevolezza: direi oltre gli stessi adulti.

Quant’è meravigliosa questa abbondanza di vita che sgorga da voi e che fa inorgoglire i vostri genitori.

E poi la bellezza! Lo so che qualcuna vorrebbe essere più Venere e qualcun altro più Ercole, ma poi sarebbe forse troppo ed ognuno di noi farebbe fatica a guardarvi anche con gli occhiali da sole.

È commovente guardarvi anche quando arrossite, anche quando dei sentimenti di rabbia vi sconvolgono il volto, anche quando qualche foruncolo annuncia – fungendo da sentinella – la vostra imminente giovinezza.

Verrebbe voglia di abbracciarvi uno ad uno quasi foste un mazzo di fiori. Voi siete così e, noi – più grandi -, vi vediamo così: semplicemente belli…

Ora però la vostra infanzia sta per finire e vi inoltrate già nella prima giovinezza, molte cose cambieranno dentro di voi.

È tanto tempo che desiderate aprire le finestre del vostro cuore, della vostra conoscenza, della vostra libertà. Non vedete l’ora di uscire per sentirvi finalmente grandi, finalmente liberi, finalmente innamorati.

E vorreste non solo aprire le finestre, ma anche i portoni… e in certi momenti abbattere tutti i muri e provare l’emozione della pioggia che ti bagna i capelli e, a piedi scalzi, sentirvi solitari liberi pellegrini del mondo.

Quante fantasie, quanti sogni, quanti desideri riescono a farsi pubblicità dentro di voi con il rischio di non ritrovare – magari per poco – la strada e la vita percorsa fin qui.

“Pietre vive” è il libretto che oggi mettiamo nelle vostre mani. Del resto se non vedi l’ora di partire, ci vorrà almeno una cartina, un “Tom Tom” che vi indizi una qualche strada…

Con questo libretto vorremo dirti che tu sei Pietra viva…

Per carità non essere un sasso che rotola solo giù dalla rupe e che viene trascinato a valle dalla massa delle acque…

Se rimani sasso rovinerai la tua bellezza…

Ma il tuo desiderio non è essere sasso, ma pietra e pietra viva!

Osserva le pietre che hanno costruito castelli, cattedrali, case, mura di città… Ognuna di esse ha un  suo posto, un suo ruolo, una sua personalità.

Se fino ad ora sei stato ‘importante’ per i tuoi genitori, da oggi lo devi essere anche per tutti noi…

Se noi tutti saremo pietre vive, niente ci farà paura: né il vento, né il temporale e nel terremoto. Anzi il vento, il temporale, il terremoto levigheranno le diverse pietre, dando a loro e a te il sapore dell’eterno.

Buon campeggio…

Don Orlando

Sassocorvaro 19-aprile-2012- ore 13

Lunedì 30 luglio 2012

Il sasso

Sei una “palla”

Quant’è consolante sentirsi dire sei una “palla”!.

È un riferimento storico al carcerato che si portava una palla di ferro ai piedi, è un’esperienza figurata per dire: ‘muoviti’, ‘sbrigati’, ‘non mi  essere sempre di peso’…

È un’esortazione a CRESCERE, a non lagnarsi per ogni stupidaggine che ci può capitare nella vita di ogni giorno!

Tante volte dà gusto ad essere una ‘palla’, a farci trascinare, ad esagerare ogni cosa per essere compatiti, coccolati, per essere ancora portati in braccio.

Non ci crederai ma si è palla perché inconsciamente si ha paura di crescere…

In fondo è comodo trovare tutto pronto, farsi portare il cucchiaio, farsi rimettere a posto un vestito, sfruttare il proprio fratello o sorella, chiedere aiuto nei compiti per pura pigrizia…

Se fossi così saresti una di quelle palle che non rimbalzano mai!

“Mi stai sullo stomaco, come un sasso”

Se palla indica noia, fastidio, petulanza, “mi stai sullo stomaco” e più pressante e più offensivo anche dall’altra frase simile che voi usate più facilmente e ch’io non riporto per rispetto alla vostra intelligenza.

Essere un sasso sullo stomaco e qualcosa di pesante, qualcosa che non riesce a digerire (eccetto che non sia una gallina), qualcosa che ti allontana dagli altri.

Pietre o sassi

Oggi iniziamo il campeggio dal nome forse imprevisto: Pietre vive…

Un conto sono le pietre, un conto sono i sassi!

Le pietre vengono squadrate per costruire, ai sassi non resta che rotolare ed essere calpestati.

Tu chi sei, pietra o sasso?

In questo ambiente stupendo di Monte Boaggine, a due passi dall’Eremo di Carpegna, in un palcoscenico unico da cui domini la Romagna, le Marche, San Marino ed il mare, non ti potrai accontentare di essere un fastidioso sassolino dentro una scarpa, ma – ne sono certo – verrà voglia anche a te di essere pietra viva di questo campeggio!

Tu sei vivo e vivo devi vivere!

Osserva la natura. Ogni realtà svolge un compito ben preciso!

Così il vento – ora leggero ora impetuoso – favorisce ai fiori l’impollinazione, porta aria nuova per uomini, animali, piante. Fa scendere dal cielo l’aria fresca per chi è stanco, sudato, bisognoso di refrigerio!

FIORE: Percepisci il saluto e l’ossequio di un fiore posto proprio sul tuo cammino: è piccolo, modesto, umile, profumato… Sembra guardarti e dirti: “Ciao ragazzo mio… Sii forte. Vedi io sono nato fra i sassi, forse solo per te! Domani probabilmente sarò già appassito, ma sono contento di aver incontrato te. La speranza che ti ho trasmesso, portala per tutta la vita. La mia vita ha avuto senso solo in te. Buon viaggio, in cielo di rincontrerò!”.

PRATI: Guarda questa marea di prati, assomigliano tanto i tuoi sogni, ai tuoi desideri! Si susseguono uno dopo l’altro protetti da siepi e da fili spinati… Non so quante siepi e quanti fili dovrai attraversare e forse quante spine ti pungeranno sino a farli piangere.

Anche le lacrime fanno parte della vita come goccioline di rugiada mattutina…

Le lacrime d’amore sono bellissime come perle, le lacrime della paura, invece, oscurano il volto.

Supera la siepe e troverai un altro prato, un altro giorno, un altro perché. Non piangere più del necessario, per ciò che dovrai comunque lasciare…

La vita è cammino, non possesso…

L’avido perirà sotto il peso di ciò che suo non è!

Guarda, osserva, inebriati delle mille cose con cui la natura ti parla dal ramo secco, alle nuvole, all’acqua che gorgogliando ti canta la sua canzone e sembra dirti: vieni!

MOSCHE: Osserva anche le mosche così fastidiose da ronzarti attorno continuamente e così felici per aver trovato una ‘cacca’ fresca lascia da una inconsapevole mucca! Loro si accontentano di poco.

Carissime, sorelle mosche!

Il campeggio delle Pietre vive

Se sei venuto al campeggio per essere una ‘palla’, forse è meglio che telefoni a casa, ma se sei venuto invece al campeggio con un cuore palpitante, grande come le nuvole che passano nel cielo, immenso come prati, anche se petulante come le mosche, stai sicuro che questo campeggio sarà eccezionale

Certamente diventerai più grande, ma tanto grande che i tuoi genitori non ti riconosceranno più e diranno: “Come sei cambiato!”.

Io, gli animatori, le cuoche siamo qui per questo!

Se siamo qui è solo perché ti vogliamo bene e Dio sa quanto bene!

Noi desideriamo che tu prenda coscienza di quanto valga, che tu faccia esperienza “di essere pietra viva”!

Come? Te lo diremo momento per momento, giorno per giorno! Intanto tira fuori il tuo entusiasmo, tira fuori ciò che tu realmente sei, non ciò che tante volte fingi di essere. Togli la maschera di chi si lamenta sempre, di chi si vuole fare coccolare, di chi crede di essere la più bella del reame, di chi è gassato, ecc.

Non sono queste le cose che servono in campeggio!

Gesù ci dice se è importante un fiore o un passerotto: voi valete più di loro!

Tu sei e devi essere, una pietra viva,

non un sasso che ognuno può calpestare!

Buon campeggio!

S. Pietro di Montegridolfo: 21 aprile 2012, ore 10,58

Martedì 31 luglio 2012

..scaglia la prima pietra

 

“Sfottere”

Quando dà gusto sfottere! Ora che cominci a sentirti più grande, più sicuro, più indipendente. Ora che idealmente ti identifichi con certi personaggi televisivi o con certi titoli il cui poster attacchi nella tua camera, ora che guardi i quindicenni o i sedicenni come giovani maturi e invidiabili e li vedi come il massimo di ogni tuo desiderio, può sorgere in te un grande gusto a sfottere qualcuno…

A metterlo in difficoltà, in ridicolo. A fargli pesare ogni limite, ogni sua insicurezza. A umiliarlo fino a che lui abbia bisogno di te, diventi quasi un tuo sguattero, o – spaventato – scompaia dalla tua vita, dalla tua amicizia…

Ma se lui invece sente il bisogno di te, se in te trova sicurezza e autorealizzazione, quel ragazzo ti imiterà in tutto e tu diventerai per lui più importante dei suoi stessi genitori…

Alla tua età quanto contano gli amici?

Se poi quel capogruppo fosse superiore a tutti e non sentisse alcun limite, non ti meravigliare se arrivasse ad esperienze anche estreme: tanti incidenti non sono forse frutto anche di spavalderia?

Non ti sarà raro verificare in certi gruppi la facilità alla bestemmia, al parlare volgare, allo sfottere chiunque non sia dei “nostri”, compreso – forse – il vecchietto che passa per strada!

Da qui ai furti nei supermercati o anche a gesti moralmente discutibili è solo questione di tempo.

I telegiornali ci riportano spesso di queste gesta, compiute da “ragazzi per bene”:

“Scaglia la prima pietra”

Ma perché dà tanto gusto sfottere e mettere l’altro in difficoltà?

Perché quella risata “grassa” davanti a un debole?

Quella risata all’unisono con i miei amici, ma non con il mio cuore e con la mia coscienza?

Leggiamo il Vangelo dell’adultera (Gv 8,1-11)

“Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Non ci fermeremo su ogni versetto. Ascolta però il clima generale.

Che aria tira in quel gruppo di farisei: sono contenti perché hanno trovato una donna in adulterio…

Come l’hanno trovata, il Vangelo non lo dice…

Peccato che non c’erano i telefonini, se no chissà quanti scatti: che festa per You tube o per Facebook!

La gioia esilarante di quei farisei assomiglia tanto a quei gruppi che si divertono a far ubriacare qualcuno o fare una qualsiasi “sciocchezza” solo per riderci su, solo per ammazzare la noia!

Ma quei farisei non si accontentarono di sghignazzare davanti alla donna, di farla arrossire, di sentirsi “buoni” per il solo fatto che lei si trovava in peccato, ma la portarono da Gesù, credendo di metterlo in difficoltà…

Certi gruppi – lo sai – devono sentirsi i più forti, essi devono dimostrare di non avere paura!

Quei farisei erano così, perché così si comporta la persona che non ama nessuno!

Loro urlano, ridono, domandano, ma Gesù ‘scrive’ per terra senza nemmeno guardali!

Questi insistono, arrabbiati più con Gesù che con la donna, allora Gesù alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”.

Non c’è solo la nudità fisica, ma anche quella interiore spirituale…

Gesù, anche solo guardandoli, li ha fatto sentire un niente…

Guardandoli, ha sgonfiato la loro spavalderia e sono fuggiti.

Si sono sentiti, come dice l’Apocalisse 37,17: “Infelice, miserabile, povero, cinico e nudo”.

E così – diremo noi “con la coda fra le gambe” – se ne andarono tutti.

Nella mia vita di parroco, ho celebrato tre funerali di giovani morti per droga. Mi ha impressionato che al funerale non c’era un ragazzo! Solo qualcuno nascosto fra i vecchi! E questi pochi erano impacciati e nervosi forse perché un po’ colpevoli.

Anche in questo caso: se ne andarono tutti!

Il virus del peccato. C’è il peccato? E che cos’è?

Ma perché tanto gusto umiliare, mettere l’altro in ridicolo? Perché da tanto gusto tirare le pietre, parlare male dell’altro, dargli una colpa o perfino inventarla?

Perché dà tanto gusto, se poi, quando sono a casa disteso sul mio divano, mi sento male?

Quando mi comporto cosi’

sono piu’ sasso che pietra

Ascolta quello che dice Gesù:

“ La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! (Mt. 7,22-23)

Se sei pietra viva ogni peccato, ogni difetto, dell’altro, ti dovrebbe far soffrire, come si soffre per uno che sta male.

Se sei pietra viva, non crederti immune dal peccato. Verifica invece se quel peccato abita in te: non a scagliare le pietre!

Lo so che parlare di peccato oggi è fuori moda!

Oggi si parla di errori, sbagli, “son fatto così”, colpe della società, problemi familiari, di fattori ereditari..

Si tende a buttare la colpa sempre sugli altri!

Quante volte se i tuoi genitori ti domandano perché hai fatto una tal cosa, tu rispondi che “sono stati gli altri” oppure “fanno tutti così”!

La chiesa invece ci ha insegnato a dire: “Per mia colpa, per mia grandissima colpa”.

Ogni peccato è, in se stesso, sofferenza, paura, limite, virus…

Ogni peccato è quella tendenza al male che prospera dalla nostra materialità e dal nostro egoismo.

Il peccato deforma l’immagine pura, bella, che il Signore ha impresso in noi quando ci ha creato.

Se tiri sassi, vuoi solo esorcizzare il male e quel male si può impossessare anche di te!

Gesù dice: “ Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non si accorge della trave che è nel tuo occhio?”. (Mt. 7,3)

Non guardar il tuo fratello unicamente per criticarne i limiti, anche lui infatti è stato creato perché diventi pietra viva nell’edificio santo…

Prendilo per mano, parlagli nel momento opportuno nella carità e nella pazienza.

Forse lo salverai e nello stesso tempo salverai anche te stesso!

Tu stesso sarai levigato dalla carità che ci unirà a lui!

La carità farà dire a te, come disse Gesù all’adultera: “Neanch’io ti condanno, d’ora in poi non peccare più…”.

Solo Gesù offrendo la vita per tutti noi,

ci ha detto che cos’è l’amore!

Non dire mai “io sono piccolo/a”, ricorda la canzone delle formiche riportata nel musical “Aggiungi un posto a tavola”

Le formiche

Don Silvestro:

Signore,
è inutile.
In questo momento
abbandonato da te.
Solo
tra la mia gente,
mi sento solamente
una formica. Ecc.
Mercoledì 1 agosto 2012

La Pietra “scartata”

 Cercare “qualcuno”

Che cosa avranno provato quei due ragazzi, poco più grandi di te – Andrea e Giovanni – quel giorno quando intravidero Gesù per la prima volta. Alle sole parole del Battista: “Ecco l’agnello di Dio” essi seguirono Gesù.

L’evangelista annota con puntigliosa precisione: “Erano le quattro del pomeriggio”.

 Lo seguirono con determinazione, ma anche alquanto impacciati, se alla domanda di Gesù “Cercate qualcosa” essi seppero solo rispondere: “Maestro, dove abiti” che in altre parole vuol dire “Vogliamo stare sempre con te!”.

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,35-39)

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

 Non è un “qualcosa” che essi cercano, ma un “qualcuno”.

Penso che anche tu, anche se vai continuamente alla ricerca di “cose nuove”, crescendo il tuo sguardo ed il tuo cuore viene attirato da qualcuno.

Tu, negli anni, cercherai sempre più “qualcuno”

perché tu stesso puoi essere: “qualcuno”.

Il fascino degli idoli

Ma qualcuno chi? Forse non lo sai nemmeno tu! Tante volte ti immedesimi nei tuoi idoli (cantanti, attori, sportivi,ecc.), sogni per loro e con loro, ma poi ti senti diverso e li vedi solo come un lontano miraggio!

Di loro ti fanno magari gola i soldi che guadagnano, la fama e la pubblicità che godono, gli applausi che carpiscono da un pubblico esilarante… Sogni un mondo che non è il tuo, e, alla fine, la vita prende altre direzioni…

La Pietra “scartata”

Ma perché Andrea Giovanni, sono andati dietro ad uno sconosciuto? Avevano già un altro “maestro” che era il Battista.

Questo Gesù che aveva di diverso,

che aveva di nuovo se per lui erano disposti

a dare la vita, se quelle quattro del pomeriggio

ha cambiato totalmente il senso della loro storia?

Non sono domande facili. Che dice la Bibbia di lui?

Dal Vangelo di Matteo (21,42)

42E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi?

Dalla Lettera di San Paolo ai Corinzi (11,10-11)

10Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. 11Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.

Qui ti aspetteresti una risposta di quelle da hit parade, da primo della classifica, da quelli che “bucano lo schermo” come si direbbe oggi,  invece…

Invece la Bibbia di Gesù scrive: “La pietra che i costruttori hanno scartato, è diventata testata d’angolo!” (Sal 118,22-23)

Capisci: Gesù è chiamato lo scartato, “l’insignificante”…

E come si fa ad andare dietro ad uno scartato?

Per comprendere meglio, a noi che viviamo nell’epoca del cemento armato, si deve sapere che dopo aver scavato le fondamenta, non si faceva la colata di cemento come si fa oggi, ma vi si metteva delle le pietre e nell’angolo della costruzione si metteva la pietra più grande, perché potesse sostenere tutta la casa.

Ovviamente tante pietre venivano scartate e non considerate  adatte a fare da pietra angolare…

La Bibbia sottolinea che Gesù, la pietra scartata,

per il mistero di Dio è diventata testata d’angolo.

Secondo gli Architetti di ieri e di oggi, mettere una pietra scartata a pietra d’angolo era una pazzia, una stupidaggine, ma Gesù, che era un altro Architetto, aveva altri punti di vista, “perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri” e prese ciò che era “scarto”!

Dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi (1,24-25)

22Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, 23noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; 24ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. 25Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

L’Uomo nuovo

Andrea Giovanni non erano degli sprovveduti, essi hanno intuito che Gesù l’uomo apparentemente insignificante era il più importante, era l’Uomo nuovo!

Andrea Giovanni hanno fatto questa scelta e noi?

Noi siamo fatti così:

  • Una volta andiamo verso Gesù, e altre volte corriamo da un’altra parte
  • Alle volte lo ammiriamo, altre volte persino la bestemmia…
  • Intimamente sentiamo il bisogno di pregare, poi per lunghi periodi deridiamo chi va in chiesa!
  • Il fatto che Gesù sia pietra scartata non ci attira molto, anzi ci delude e senza pensarci più di tanto lo scartiamo anche noi…
  • Poi – magari dopo anni – andiamo in ricerche di lui… Così per curiosità diciamo noi! Senza avere il coraggio di dire che Gesù ci manca molto, che abbiamo nel cuore una grande solitudine!

Gesù dice: Beati i puri di cuore!

La risposta alla domanda “perché andarono dietro Gesù” non la troverai seguendo un qualsiasi ragionamento, la troverà solo nel tuo cuore…

Non è ciò che vedi, ciò che tocchi, ciò che fantastichi che è importante… È importante solo ciò che muove il cuore, per questo scrive il Vangelo: “Andarono dietro lui…”.

E puoi andare dietro di Lui solo se hai il cuore puro,

un cuore non appesantito da mille capricci e da mille esigenze!

Gesù non ti impone nulla, ti dice solo: “Se credi, se hai fede”

  • Allora, solo allora, Gesù solo è capace di tirare fuori da te una forza, una grazia, una potenza di cui tu stesso non ti potrai capacitare…
  • Gesù solo sa tirare fuori da te la parte più vera, più intima, più entusiasmante della tua persona…
  • Lui solo ti farà sentire qualcuno…
  • Lui solo ti farà sentire orgoglioso per ciò che tu sei e lui solo esalta la tua personalità!

 

E’ scritto a pagina 39 del tuo catechismo: GESÙ, L’UOMO NUOVO  

“Tutti coloro che incontrano Gesù restano colpiti: in lui c’è qualcosa di inatteso. Chi ha un cuore aperto e sincero vede in Gesù un uomo straordinario e ne è affascinato; anche coloro che sono chiusi e increduli non restano indifferenti.

Tutta la vita di Gesù lo rivela come l’uomo nuovo, ricco della forza dello Spirito Santo: la sua squisita attenzione alla sofferenza umana, la povertà della sua vita, il suo amore per i poveri, i malati, i peccatori; la sua capacità di scrutare i cuori; la sua lotta contro la falsità; il suo fascino di capo e di amico… 

La novità vera di Gesù risplende nella sua risurrezione. Agli occhi sbalorditi dei discepoli Gesù risorto appare l’uomo nuovo che non può essere sconfitto neppure dalla morte e dall’odio degli uomini.

Gesù  risorto  dona  il  suo Spirito ai discepoli, apre il loro  cuore  alla fede,  alla speranza e alla carità, affinché vivano come creature nuove”.                       

Venerdì 3 agosto 2012

Tu sei Pietro

 

Buon giorno!

Carissimi ragazzi, ben alzati e buongiorno anche se il sole già alto e quella sonnolenza intorpidita fa fatica a staccarsi dalla vostre gambe e dalle vostre palpebre.

BUONGIORNO, ti ripeto ancora, ma non tanto perché è passata un’altra notte!

BUONGIORNO, perché tu stai profondamente cambiando e non sei più il bambino o la bambina di ieri.

Come da questi luoghi incantevoli, si aprono panorami inimmaginabili e fantastici, così è la tua adolescenza.

Da oggi vedi i tuoi sogni, il tuo corpo, i tuoi amici, i tuoi genitori, i tuoi difetti e i tuoi doni in tutt’altra dimensione…

Da oggi lo specchio diventa il tuo più grande interlocutore. Quante discussioni fai con lui, anche solo per indossare una maglietta.

E poi lodi e critiche, problemi assurdi e a autocompiacimenti davanti a quel povero specchio, che altro non è che un pezzo di vetro!

Quante volte gli tireresti un sasso, e quante volte lo vorresti grande come il mondo e guardarti solo tu come l’unica icona dell’uomo.

Caro ragazzo mio è solo un pezzo di vetro!

Lo specchio non ti darà la verità, ti dirà solo quello che vuoi tu e cambierà discorso secondo i tuoi ormoni, secondo la tua luna.

Ti esalterà o ti umilierà, mentre tu senti di essere qualcun altro!

La vera verità di te non lo troverai nello specchio:

essa scritta negli occhi di un amico, negli occhi di Dio!

La tua adolescenza

È per questo che ti ho detto e ti ripeto:

  • BUON GIORNO!
  • BUON GIORNO alla tua adolescenza,
  • BUON GIORNO ai tuoi nuovi sentimenti che germogliano in te, BUON GIORNO alla tua esigenza di libertà.
  • BUON GIORNO alla tua fantasia che è immigrata dai cartoni animati, ora vuole cavalcare nella realtà…
  • BUON GIORNO alla tua nascente timidezza: questa è proprio birbante. Sottolinea i tuoi limiti facendoti arrossire, ma ti porta anche ad essere prudente e meno superficiale…
  • BUON GIORNO amico mio, non disprezzare nulla di ciò che credi, che senti, che desideri…

 

Forse una forma di schiavitù è il sentirsi superiore a tutto e a tutti.

Vedi: il fuoco brucia, il freddo gela, l’acqua bagna, ecc.

Non potrai eliminare il fuoco, il freddo, l’acqua… sono cose che ci sono state donate, ma non dobbiamo esserne schiavi.

Così è l’amore, così la vita, così i tuoi pensieri

essi devono farci vivere, non vivere tu per essi!

Simone, la Pietra (Cefa)

C’è un brano del Vangelo bellissimo: sembra scritto proprio per te!

Pietro guarda Gesù e gli dice “Tu sei il Cristo”.

Nessuno glielo aveva detto, eppure erano sempre insieme.

Nessuno, nemmeno gli apostoli!

Pietro in quel momento vede Gesù con uno sguardo diverso dal solito pieno di umanità e di fede e per la prima volta lo chiama “CRISTO”.

Gesù gli dice che se lui ha capito che Gesù è il Cristo non è frutto della sua intelligenza, ma dono di Dio: “Né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei Cieli”.

Gesù da parte sua dirà a Simone: “Tu sei Pietro”. Gesù gli cambia il nome: anche Gesù vede  Pietro quasi fosse un’altra persona.

Ascoltiamo il brano del Vangelo di Matteo 16,13-20:

Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Non sentire questo Vangelo come un’esperienza lontana mille miglia dalla tua vita. Leggilo e rileggerlo con calma e nella preghiera e ti sentirai protagonista della stessa storia…

Pietro e Gesù si guardano e si vedono in modo diverso:

è la stessa cosa che succede a te…

Non vi vedete anche voi in modo diverso, direi, più originale e più interiore? In modo più vero e più profondo?

Non è quello che scrivete nelle vostre dediche al termine di un campeggio?

Ma se questo vale in un’esperienza come quella che stiamo vivendo, ciò vale ancora di più con un amico/a!

Nell’adolescenza un amico ha una grande importanza!

Ho scritto AMICO/a, non AMICI che sono un’altra cosa.

Gli amici che danno sicurezza, allegria, compagnia, creano situazioni quasi fossero il tuo habitat naturale.

L’amico, pur avendo queste caratteristiche, sa scaldarti il cuore.

L’amico ti comunica interiorità: “L’anima di Gionata si levò all’anima di Davide che l’amò come se stesso”(1 Sam. 18,1).

Essere amici è questione di anima: di amine gemelle!

L’amico di per sé l’amore puro non inquinato, da interessi e da egoismi

La Bibbia scrive: “Chi trova un amico, trova un tesoro..” (Siracide 6,14)

Cristo – pietra viva – il modello dei tuoi sentimenti

Nel tempo della tua adolescenza avverti molto quest’esigenza.

Nell’amico comprendi il valore della tua persona infinitamente di più che se ti guardassi nel povero specchio…

Gesù e Simone: incrociando i loro sguardi si comprendono nel modo più profondo, come auguro anche a te con il tuo amico! E’ l’esperienza più alta dell’amore!

In questo fase della tua vita, spesso ciò che tu chiami amicizia è solo un momento, una maturazione che porta all’amore!

Passando i giorni di verrà di fermarti di più alla materialità, alla sessualità, alle esperienze veloci:

“Ciò che è nato dalla terra è terra, – dice Gesù –

mentre ciò che è nato dallo spirito di spirito..”. (Gv. 3)

Quello sguardo di Gesù sia è sempre con te…

Non perderlo mai, anche quando incontrerai la ragazza più fantastica del mondo, ricordati che è una persona, dovrai guardarla come persona, non come un oggetto da esibire e da godere: sarebbe il suicidio dell’amore!

Prima di tutto c’è sempre la persona: Tu sei il Cristo – Tu sei Pietro!

Il nome segreto: la propria vocazione

E quei due nomi “Cristo e Pietro” sono nomi misteriosi.

È più facile credere in Gesù che in Cristo, è più facile vedere Simone che Pietro…

Simone il ragazzo vivace, simpatico che incontro in riva al lago, il nome Pietro indica invece la sua vocazione!

  • Una vocazione esigente, impegnativa: “Su questa pietra fonderò la mia Chiesa!”.
  • Una vocazione immensa e terribile che parla di lotta: “Le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa..”.
  • Una vocazione che mi rende uguale a colui che mi ha chiamato: che darà un potere nuovo: “A te darò le chiavi del regno dei cieli”!
  • Pietro ne rimarrà scioccato, non potrà più dimenticare queste esperienze, lo ricorderà nelle sue lettere augurandosi che sia l’esperienza di ognuno di noi: “ Voi siete pietre vive..”

 

Beato Sante 30 aprile 2012 .- ore 11.22

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Sabato 4 agosto 2012

 Noi “pietre vive”

 

Io penso positivo

Siamo all’ultimo giorno! Forse questi incontri e queste tracce ti hanno fatto un po’ di confusione…

Veramente gli spunti che ti sono stati dati sono molti, ma tu non sei più un bambino capriccioso viziato: sei già alla soglia della seconda o della terza media ed è necessario che metta tante “cose” nel tuo zaino.

Discussioni sempre più frequenti avvengono fra te e i tuoi genitori, fra te e certi tuoi amici…

Discuti solo per avere dei diritti, dei privilegi o discuti per avere un tuo ruolo, per essere qualcuno nella famiglia e nella comunità?

Il titolo di questo campeggio “pietre vive” dice già tutto.

Tu non dovrai essere un sasso che pesa nella vita degli altri, nella famiglia, nella società: tu devi essere per tutti noi una pietra viva, cioè un valore, uno che costruisce, uno che arricchisce l’altro, uno che evidenzia gli aspetti positivi.

Uno che non sta lì a lagnarsi, ma che sa rimboccarsi le maniche impegnandosi gioiosamente per gli altri e con gli altri. E questo lo puoi già verificare nel gioco, nella scuola, nella disponibilità.

Sii una persona “positiva”:

Ricorda la canzone di Jovanotti:

Io penso positivo perché son vivo, perché son vivo io penso positivo perché son vivo e finché son vivo..

..Io credo soltanto che tra il male e il bene è più forte il bene.

La Pietra angolare: la preghiera

Se vorrai costruire qualcosa di solido non lo dovrai appoggiare sulla sabbia del sentimentalismo, dell’autocompiacimento, ma appoggiarla  sulla Pietra Angolare…

La pietra angolare è Gesù: l’uomo nuovo… “Soffiò il vento, cadde la pioggia ..e la casa crollò, perché non era fondata sulla roccia” ci ricorda il Vangelo! 

  • Guarda Lui…
  • Guardando lui, sentirai l’entusiasmo di imitarlo,
  • guardando lui, ciò che ti sembra impossibile diventerà possibile…
  • Un cristiano non può vivere senza preghiera…

 

Può una mamma vivere senza stringere a sé suo figlio, due fidanzati senza baciarsi, dei giocatori potranno pensare di vincere evitando allenamenti impegnativi o imbarcandosi in una vita piena di vizi?

Penso di no!

Così il cristiano non potrà vivere, non potrà essere pietra viva senza preghiera: gli mancherà il potere dell’elevazione, dell’ispirazione.

Resterà legato ai suoi capricci: questi saranno l’unica sua certezza, l’unica sua forza. Non potrà vivere senza quelle cose lì, senza quell’oggetto là!

La preghiera ha il potere di generare in noi quel calore interiore, inspiegabile e misterioso che Dante sintetizza così nella Divina Commedia:

Per lo cui caldo nell’eterna pace

così è germogliato questo fiore. (Divina Commedia XXXIII°,7)

Come bambini appena nati

Dalla prima Lettera di San Pietro (2,1-5)

1 Allontanate dunque ogni genere di cattiveria e di frode, ipocrisie, gelosie e ogni maldicenza. 2Come bambini appena nati desiderate avidamente il genuino latte spirituale, grazie al quale voi possiate crescere verso la salvezza, 3se davvero avete gustato che buono è il Signore. 4Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, 5quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo..

IL brano di S. Pietro forse ti rimane difficile.

Certamente non fa parte del tuo modo di parlare e di esprimerti. ma se lo leggi con un po’ di pazienza e di attenzione riuscirai a comprendere ciò che Pietro dice:

1. Non saziatevi di cose cattive..

2. Come i bambini gustano e bramano il latte, voi bramate il Signore, bramate il bene

3. La vita di Gesù – la pietra “scartata” – sia il tuo punto di riferimento.

4. Se entri in quest’ottica, scoprirai il senso più alto della vita: egli infatti ti parla di “pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale”

Essere pietra viva nella Famiglia

Non si diventa pietra viva se in casa non si comincia ad essere pietra viva.

  • E’ pietra viva quel ragazzo che prima di tutto si accorge dei suoi genitori, che non ha bisogno che gli si dica sempre tutto, ripetendolo anche più volte…
  • Un ragazzo vivo si accorge che la tavola va preparata, che manca l’acqua, che si può dare anche una botta di straccio…
  • Un ragazzo vivo non si sente “servo” della sua famiglia (“che mi dai se faccio questo?), ma ne è parte attiva…
  • Passare dalla parte attiva nell’organizzazione familiare al trattare argomenti con il babbo e la mamma è molto più facile. Non devi dire: “tanto loro non mi capiscono”!
  • Un ragazzo vivo non sta ore ore collegato in Internet o con Face book ..
  • Un ragazzo vivo ha bisogno anche di riflessioni personali sia nello studio, sia per elaborare pensieri…
  • Chi sta con l’orecchio “aperto allo studio” e l’altro a curiosare su Face book, penso che faccia una gran fatica a concentrarsi, ad essere se stesso…

 

Ti auguro di aprirti alla confidenza anche con tuo padre non solo nello sport, ma anche su argomenti confidenziali, anche sull’amore. Forse ti sembrerà più impacciato di te ma parlarsi da grande è segno di maturità. Ci hai mai provato?

Pietra vita nella comunità

Sai perché facciamo i campeggi? Per divertirci? Perché sono belli? Per stare insieme? Si, anche per questo!

Ma il motivo più vero per cui li facciamo è perché abbiamo bisogno di te! Abbiamo bisogno di ragazzi/e vivi/e!

Fra appena un anno la metà di voi andrà alle superiori e si chiamano “superiori”, vuol dire che anche voi dovete essere superiori: ma come? Urlando in famiglia od esibendoti nei modi più strani e forse illeciti? Credo di no!

Per essere superiori, (nel campeggio abbiamo detto pietre vive), guarda i catechisti che sono venuti con te.

  • Non sono perfetti! Quelli perfetti, spesso danno fastidio!
  • Sono ragazzi che camminano con te…
  • Faticano e sudano come te…
  • Sono ragazzi ai quali  piace la musica, il divertirsi, piace – o piacerebbe – essere innamorati, piace il gelato e la pizza. Piace un vestito ok. Essi potrebbero star al mare, ma camminano con te…
  • Hai mai chiesto loro perché lo fanno?
  • Perché vogliono essere pietre vive? “Nessuno vive per se stesso”  scrive San Paolo.
  • Vivere per gli altri non è una forma di schiavitù… ma libera forze e potenzialità che non pensavamo di avere… Solo allora ci sentiamo veramente vivi… Veramente liberi!
  • Vivere per gli altri libera la GIOIA!
  • Il gusto lo puoi trovare ovunque, ma la gioia chi te la darà?
  • Gesù ci ha detto: “Sono venuto perché la vostra gioia sia piena”!
  • La gioia l’hai a portata di mano, non fartela sfuggire!
  • Comincia anche tu a vedere dove potresti collocare la tua PIETRA, i sogni – lo sai – sono fatti per questo!
  • Io, i Catechisti, i tuoi amici e anche i bambini ancora piccoli, vogliamo scommettere su di te! BUON VIAGGIO, AMICO MIO!

 

Colbordolo 2 maggio 2012 .- ore 10.10