Omelia per Lorena Bezziccheri

Pasqua di Lorena Bezziccheri (1967 – 2011)

20 settembre 2011

           Viviamo oggi, uno di quei momenti che segnano, e segneranno, la vita della nostra comunità.

           Prima di tutto l’abbraccio, la vicinanza, la preghiera a quanti sono immersi in questo dolore: al marito, ai figli, alla mamma, alla sorella e a quanti – parenti e amici – soffrono, ed hanno sofferto, per questo dramma.

In questi quattro anni avete pianto tanto ed avrete ancora giorni bui e di smarrimento, perché le ferite sono lunghe a guarirsi, se poi si guariranno. La tanta gente che è qui, compreso la presenza dell’Istituto Agrario “Cecchi” per essere vicini al figlio Giovanni, e altri che avrebbero voluto esserci, sta a significare che vi vuole bene ed ha avuto del bene.

Io però non vorrei che questi sentimenti, pur umani, ci facessero dimenticare il senso profondo di questo 20 settembre, il senso profondo e misterioso di questi quattro anni iniziati con il primo intervento del 4 ottobre 2007.

Per questo vorrei che questo momento non fosse di pianto, ma di grande festa, per come Lorena ha combattuto la malattia, per come la sua Famiglia, in questa circostanza,  abbia saputo costruire un cammino di affetti e di fede, raggiungendo vertici che mi sento di augurare ad ogni famiglia.

In momenti come questi, in cui le problematiche ed incertezze familiari sembrano più evidenti, Lorena ci ha dato una testimonianza enorme, sublime, che non è solo frutto di buona volontà, ma di una grande grazia del Signore.

Lorena, con il suo sposo, ha pianto, ha avuto paura, ma non è stata piegata dalla malattia. Pienamente cosciente di tutto, si è elevata ad un amore altissimo, che oserei dire ‘passava rimbalzando’ dall’amore allo sposo, ai figli, al Signore, come in una eterna danza della vita, ed ogni amore dava senso all’altro, senza impoverirlo, ma potenziandolo. Si potrebbe dire che più il suo corpo era debilitato, più il suo spirito diventava grande ed ognuno che la incontrava ne veniva arricchito.

Un cristiano trova la fonte dell’amore per il suo sposo nell’amore al Signore e non potrà amare il Signore, senza amare lo sposo e i figli.. Per lui l’amore è come una fonte, una cascata che viene dall’Alto e con la stessa potenza , con la stessa rifrazione di luce si riflette verso i suoi cari. Ama Dio nella sua famiglia e la sua famiglia in Dio!

Bellissime, direi profetiche, le ultime parole di Lorena: “Vado a vedere se c’è il Signore e poi te lo dirò..”. Parole dette con il sorriso, e quasi con l’occhiolino, come colei che ha vinto, ecco perché questo momento è una festa, una festa per questa sorella, per questa figlia di questo nostro paese.

“Una voce il mio diletto, Eccolo viene, saltando per i monti, balzando per le colline..”

La prima lettura presa dal Cantico dei cantici – il libro biblico che canta l’amore degli sposi –

L’amore è vivo, l’amore è auto generante, l’amore è giovane..

I sentimenti non sono sufficienti a giustificare l’amore.. Scrive il Cantico: “l’amore è una fiamma del Signore”:

Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore! (Ct. 8,6)

Mi rivolgo a tutti voi Sposi e Fidanzati, Lorena ci ha indicato una strada, un modo di essere. Lorena ha saputo coniugare l’amore di Dio e l’amore umano, vivendo il sacramento del matrimonio. A quanti di noi, che hanno avuto la possibilità di esserle vicini, di incontrarla, essa ha trasmesso il segreto del suo cuore, il segreto della sua serenità, ha trasmesso la sua forza.

Che faremo? Ci limiteremo alle lacrime o ci incammineremo su un amore più solido, più motivato, un amore – come dice il Vangelo – basato sulla roccia e la roccia nella Bibbia è Cristo?

Se lei non diventa per noi un punto di riferimento nel nostro essere famiglia e sposi, forse il suo vivere e il suo soffrire potrebbe essere stato vano.  Ma se anche noi ci metteremo in ricerca di quel suo segreto, allora comprenderemo quale dono essa sia stata per la comunità.

Abbiamo ascoltato il vangelo della resurrezione in cui Maria Maddalena incontra Gesù risorto:

“Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12 e vide due angeli..  13 Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?»…, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 15 Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». 16 Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro!”.

Lorena ora che tu hai incontrato Gesù il tuo Maestro, prega per i tuoi cari, ma prega anche per tutte le famiglie di questa comunità, perché la tua testimonianza diventi anche la nostra testimonianza. Le nostre famiglie diventeranno una “scuola forte” per i nostri ragazzi, se Gesù,  come lo è stato per te, sarà anche il nostro Maestro.

Ciao Lorena, riposa in pace.

Montecchio 20 settembre 2011                                              don Orlando