Omelia 19 dicembre 2010: RAIUNO

«Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».

..il Signore stesso vi darà un segno..”

Carissimi, in questa ultima domenica di avvento, la liturgia ci pone una domanda, oserei dire una proposta, che ci può sembrare lontana dalla nostra realtà. “Chiedi un segno” ma che segno debbo chiedere? Tante volte l’ho chiesto, ma che ne è stata della mia preghiera?”.

Eppure quella proposta, quella nostra esigenza, viene resa solenne dalle parole di Isaia: “Il Signore stesso vi darà un segno”.

Nella vita di un parroco, e certamente anche nella vostra, si viene a conoscenza di confidenze, di esperienze che non esiterei a chiamare ‘SEGNO’. Segni piccoli, apparentemente insignificanti, ma che per una persona assumono la forza di una rivelazione interiore; determinanti per il cammino della sua vita. Tanti sono i momenti in cui si può rivelare il ‘segno’: la nascita di un bambino, l’incontro casuale con una persona, una pagina di Vangelo, un incidente evitato, un perdono ricevuto, un sogno, ecc. Nel mistero di Dio possono diventare ‘segni’ anche la sofferenza, un lutto, il buio della fede. Ci sono esperienze spirituali in cui la persona è come attratta da Dio.

Sono certo che tanti di voi hanno qualcosa da raccontare.

Sono quei segni di cui parla Isaia. Il SEGNO è sempre una parola cifrata: la percepisci nella fede e nell’amore. Il segno rispetta la tua libertà: lo puoi ascoltare o rifiutare.

“Chiedi un segno” “non lo chiederò” risponde Acaz. Egli crede di più nella potenza militare dell’Assiria, che nella Parola di Dio: è l’illusione in cui può cadere ciascuno di noi!

Contro questa illusione dovrà combattere anche Giuseppe. La sua è stata una notte dura come quella in cui Abramo fu assalito da ‘oscuro terrore’, come la notte Giacobbe al fiume Iabbok, come quella della vocazione di Mosè sul Sinai. Sfinito da quella lotta Giuseppe “pensò di ripudiarla in segreto”. Quel “segreto” ha il sapore di una scusa: ‘Scusa Maria, ma non capisco;scusa Maria ma forse io non mi sento pronto’.

Quando egli ha ormai deciso interviene un SEGNO! Nel sogno l’Angelo gli comunica non solo la Verginità di Maria, ma anche il suo ruolo di Padre: “..tu lo chiamerai Gesù!”.

Dare il nome non è un atto puramente giuridico-affettivo, ma indica tutto l’impegno educativo, cui un padre è chiamato.

Mancano pochi giorni al Natale, la festa che ci richiama intimamente alla famiglia. Permettetemi in questa vasta gamma di tematiche di sottolineare l’importanza del padre.

Il brano di Vangelo di questa liturgia, invita Giuseppe a non avere paura della sua vocazione: “non temere di prendere con te Maria”; l’invita ad essere protagonista: “lo chiamerai” e gli indica quale sarà il ruolo di Gesù: “egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.

Nella realtà odierna, è importante che un padre di Famiglia, approfondisca il proprio ruolo di padre. Un ruolo non delegabile. I figli hanno bisogno di coraggio e personalità, presenza e affetto. Un padre sia padre anche nella spiritualità. Ascolta l’Angelo che, come a Giuseppe, parla anche a te di cose alte: “il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”. Il dono dello Spirito, è indispensabile per decifrare i mille messaggi che un figlio ti invia. Lui sa metterci nel cuore parole ispirate. E’ un dono che Dio non ha negato ad inventori, artisti e poeti: non lo negherà a te padre, suo collaboratore nella creazione.

Educa i tuoi figli sulle dimensioni della famiglia di Nazareth “sapienza, età e grazia”: sarà la strada della tua santificazione.

Anche i figli, in quanto unici, sono SEGNI di Dio. I segni che il Signore ci dona, sono come un’immensa via lattea. Essa ci porterà a conoscere il SEGNO dei SEGNI che è Gesù. “Questo è il Segno, troverete un Bambino avvolto in fasce che giace nella mangiatoia”. Possa ciascuno di noi, come i pastori, accogliere quel Bambino. Seguirne il cammino e ci sentiremo anche noi:“Amati da Dio e santi per chiamata” come scrive oggi San Paolo.

Con queste stesse parole :“Amati da Dio e santi per chiamata” mi piace salutare anche voi e quanti ci seguite per mezzo della televisione e augurarvi BUON NATALE.